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Novità e approfondimenti a cura della Dott.ssa Tumminia

Il “GHOSTING” – “Ti lascio ma non te lo dico, sparisco”: manipolare fino alla fine

L’epoca storica in cui viviamo, dove l’egoismo dilagante e la poca attenzione verso la sfera emotiva dell’altro ( ma in realtà quindi anche della propria a cui non si rimanda in tal modo una verità sul sentire tradotta in coerenza di azioni ma in inganni difensivi!) sta divenendo una vera e propria emergenza sociale , ha predisposto all’emergere di fenomeni già esistenti ma ormai talmente diffusi da doverli categorizzare in fenomeni frequenti rientranti tra i comportamenti patologici agìti nella sfera affettiva:  il fenomeno del GHOSTING è tra questi.

In cosa consiste il comportamento “Ghosting”? :

In una pratica subdola e codarda per cui, indipendentemente dalla fase della relazione in cui ci si trovi ( all’inizio od in fase avanzata ), uno dei due partner sparisce senza dare spiegazione verbale vis a vis ( una sottoforma di Ghosting può a tutti gli effetti essere considerata anche interruzione del rapporto tramite SMS , di “gran moda” oggi da quando il virtuale ha sostituito il contatto reale, svelando la tendenza al  disimpegno  affettivo ).

 

Che tipo di personalità si nasconde dietro a chi utilizza il Ghosting per “lasciare”?

Certamente siamo di fronte ad un manipolatore relazionale che sta “chiudendo senza chiudere” una relazione, adottando la stessa modalità con cui ciclicamente avrà portato avanti il rapporto . Le relazioni sane prevedono, basandosi sulla reciprocità e la trasparenza, una chiusura dichiarata , in grado di permettere alle parti coinvolte elaborazione del lutto del distacco ma anche, in realtà , presa di coscienza  di essere “liberi” di andare avanti parallelamente e come conseguenza di un percorso di accettazione dei fatti.

Il Ghosting manipolatorio  della personalità codarda si basa sulla finalità , spesso anche conscia , di “non permettere la chiusura”  che, secondo il manipolatore, va fatta “intuire” all’altro tramite l’allontanamento ma, di fatto, lascia la porta aperta a libere interpretazioni giocando sulla fragilità dell’ innamorato , ad esempio la speranza del ritorno.

Chi pratica ( spesso come modalità consueta in tutte le relazioni amorose di vita ) ghosting , utilizza quindi uno o più  tipici comportamenti delle personalità narcisiste ( a volte rientrano proprio nel quadro non solo sintomatico ma pienamente diagnostico del narcisista):  il silenzio  come modalità di distacco, a volte un silenzio punitivo, altre volte come “prevenzione” ad un distacco che si ha paura di subire per primo ( lascio per non essere lasciato ed evito di parlarne ).

In tutti i casi , chi pratica Ghosting  sviluppa un potere patologico sulla sfera emotiva e cognitiva dell’altro , che sembra sentirsi “punito ed ingannato senza sapere perché” , provocandogli dolore consapevolmente nell’abbandonare.

Il senso prevalente provato dalla vittima è quello di “smarrimento” : la storia il più delle volte stava procedendo bene , senza grandi problemi rilevanti come significativi per  una improvvisa interruzione.

Chi lascia all’improvviso spesso ha già subìto vissuti abbandonici non elaborati, non è in grado di affrontare la tematica nemmeno se rivolta verso l’altro , trovandosi comunque a riviverla , facendola riaffiorare dall’inconscio, tramite il confronto a due. Il soggetto in questione ha dunque imparato ad essere egoista , immaturo, ponendo la salvaguardia della propria precaria sfera emotiva come piu’ importante di quella dell’altro.

Chi subisce ghosting: come riprendersi !

Chi viene lasciato all’improvviso non deve censurare le emozioni negative che sta provando ( altrimenti facilmente poi somatizzate ), atteggiandosi in maniera orgogliosa a “menefreghista”. Essendo questi comportamenti vissuti da molti come veri e propri traumi, è indispensabile vivere tutte le fasi che l’inconscio sente esplodere : rabbia, smarrimento, malinconia, tristezza….cercando alleati (un amico, un parente con cui esprimersi ) od iniziando un percorso terapeutico elaborativo.

In seguito , in tal caso consiglio  supportati da un esperto , diventa fondamentale lavorare sulla deresponsabilizzazione circa i sentimenti di colpa personale di fronte all’accaduto ma , anche , porre attenzione sul racconto della storia , volto ad indagare la reale capacità ( correlata anche alla propria idea , stereotipi mentali circa i ruoli uomo/donna) di “intuire”il partner nel suo possibile agìto.

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