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Novità e approfondimenti a cura della Dott.ssa Tumminia

I “narcisisti patologici” non sono tutti uguali. Le cinque tipologie che differiscono a livello di gravità sintomatica

Parte Prima Introduttiva: ti presento il Narcisista Patologico

 

Prima capiamo “chi è” il Narcisista Patologico, “COME  RAGIONA LA MENTE  e COME SI MUOVE IL SUO INCONSCIO” indipendentemente dalla tipologia…..

Non fermandoci in questo momento , ma successivamente , sulla variegata tipologia di narcisisti patologici con cui ci possiamo imbattere ( motivo per cui è così difficile comprendere fino a che punto lo stesso soggetto potrà arrivare a distruggerci emotivamente – a volte creando nella vittima false speranze di cambiamento dello stesso in base al livello di gravità manifesto ) in tutti i casi , seppur diversificati nella loro manifestazione , esistono denominatori comuni a partire dalla stessa definizione della patologia così esplicitata dalla psicologia ad orientamento psicodinamico :

Il Narcisismo patologico si palesa  come una supercompensazione del sentimento interno di inferiorità mascherato verso l’esterno attraverso la facciata opposta ( esplicitata  o non manifestata apertamente a seconda della tipologia del narcisista ) di un senso graduale di  grandiosità , così ingannevolmente percepito dagli osservanti che con tal soggetto si trovano , purtroppo, a relazionarsi

Tutte le tipologie di Narcisismo patologico, indipendentemente dal livello crescente di gravità, si caratterizzano per:

  • Mancanza di sentimenti reali verso l’altro ( qualsiasi altro , non solo il partner )
  • Mancanza di Empatia ( non sono in grado di immedesimarsi realmente in ciò che il soggetto in relazione sente o prova e nemmeno troppo gli interessa, a meno che non abbia un “vantaggio” emotivo o concreto opportunistico  nell’interessarsi )
  • Mancanza di sensibilità (in realtà l’unica attenzione sensibile è verso se stessi )
  • Incapacità di leggere , dare un nome e riconoscere le proprie Emozioni in modo strutturato ed evoluto ( sintesi e presupposto dei tre punti sovraesposti )

È facile, in contesti terapeutici, sentire compagne o moglie di fidanzate , od anche amici, porre dichiarazioni come questa, tipica…

ma io sono certa che provava emozioni, sono sicura per come mi faceva stare che mi amasse, come è possibile che tutto all’improvviso è finito ? Ha finto tutto il tempo? Prima non era così , mi sembra di stare con due persone diverse”

Lo stesso narcisista patologico , purtroppo, è l’inganno di se stesso, è convinto a volte di amare in modo sano, non percepisce l’intenzione ingannevole da cui è guidato il proprio inconscio ormai nel ruolo appreso ed interiorizzato del sabotante ( in tal caso parliamo del narcisista meno grave, quello “romantico-fallico” di cui parlerò più avanti ), altre volte nei casi più gravi, ad esempio nel “narcisista psicopatico” , in quello “paranoide” o altre tipologie sono in atto vere e proprie recite interpretative.  In tutti i casi , anche laddove il narciso sia convinto di amare , lo sta facendo sempre in modo patologico e dunque destinato a fallire,  fondando il proprio modus amandi su un’intenzionalità  insana: l’altro non è mai visto , nemmeno mentre viene  ricoperto di attenzioni , come un soggetto su cui riversare amore in maniera altruistica e spontanea sempre, invece , come rifornimento narcisistico  ( ….ad ogni attenzione per te mi aspetto che tu ti senta fortunata di stare con me , che tu possa lodarmi per come sono,  per quello che ho , per ciò che posso darti non per generosità in primis ma per ritorno in termini di lode ed approvazione di cui ho fortemente bisogno per sentirmi degno d’amore e, per questo stesso motivo , rendendoti meritevole di me… ).

Ogni atto di generosità  del narcisista è in realtà una ricerca di lode di ritornoal narcisista non interessa né è in grado di aspirare ad essere approvato per quello che “È”- non essendosi mai formato un Io forte in cui egli stesso sappia riconoscersi – ma per ciò che “propone” all’altro ( bellezza estetica, potere di ruolo , benessere  economico ….) , soffrendo egli stesso , nei casi meno gravi,  nel non riuscire a farsi amare per il “proprio essere” mai strutturato  al punto da poter essere presentato come motivo di scelta amorosa.

Il Narcisista non si sente degno d’amore ma , essendo troppo dispendioso a livello energetico ammetterlo ad alta voce, preferisce fare credere sia l’altro a non essere degno di lui , amandolo ( ne ha bisogno ) e contemporaneamente ferendolo con tecniche ( frequentemente inconsapevolmente ormai assodate ) sabotanti ed umilianti , tecniche Passivo-Aggressive  in grado di salvare finzionalmente  l’Io già molto precario demolendo quello dell’altro , “mors tua vita mea”: il narcisista, infatti, non parla esplicitamente , pondera frasette e parole accennate che, un po’ alla volta, andranno a colpire i punti deboli dell’altra -ben conosciuti-  per poi porsi come vittima e mai carnefice “ma cosa ho detto ? Perché ti sei arrabbiata così ? Il fine : a volte far saltare i nervi all’ altro, altre  volte  farsi lasciare senza lasciare – preferendo sempre il ruolo di vittima da consolare).

Perché accade tutto questo ?

Il Narcisismo trova sempre , in tutti i casi, origine da una distorsione dello sviluppo evolutivo del bambino a causa di qualcosa che ha profondamente fallito nel rapporto affettivo genitoriale con il piccolo : che sia una situazione iperviziante ( ad es.  il pupillo di mamma che, da adulto, non accetta di essere amato meno di quanto la madre ha fatto , amandola per questo ma anche odiandola non avendolo fatto crescere – la stessa ambivalenza verrà poi reiterata in coppia nella vita adulta ) od una situazione trascurante o abbandonica , così percepita dal bimbo, sempre il risultato è lo stesso : un trauma evolutivo ancestrale  che, se non “corretto” per tempo da altre figure riferimento, tenderà a cristallizzarsi crescendo insieme al bambino poi futuro adulto. Ricordiamo come per trascuratezza intendiamo anche e soprattutto l’ambivalenza comportamentale e verbale del genitore verso il piccolo ( tecnicamente definita “doppio legame” ) generante caos ed impossibilità nella formazione di un Io definito entro cui riconoscersi  ( es . “sei stato bravo a vincere il premio , è vero che però gareggiavate solo in due” )

In tutti i casi, più di ogni altra cosa , il bambino, futuro narcisista , non è stato rispettato nella propria individualità e nella  espressione della stessa, ma sempre pilotato nel bene o nel male nella definizione di sé ad opera del parere prestazionale espresso dal genitore , non guidato invece alla scoperta di sé tramite l’incoraggiamento ad un’autovalutazione nel tempo.

Definiamo così il Disturbo Narcisistico di Personalità come un Disturbo dello sviluppo dell’ Io.

Nel prossimo articolo analizzeremo , ora che abbiamo compreso come si plasma una personalità narcisista , le tipologie variabili di narcisismo in base al livello di gravità comportamentale e sintomatica crescente.

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