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Novità e approfondimenti a cura della Dott.ssa Tumminia

Il Lutto per l’amico a quattro zampe : perché non c’è da vergognarsi per la sofferenza che proviamo!

Il tipo di vergogna provata, di fronte alla profonda sofferenza che si può sentire – in gradi e modalità soggettivamente diverse –quando il caro Fido o il gattino Titti se ne vanno, riguarda prevalentemente l’immagine di ritorno da parte dell’ambiente esterno da cui si teme venire presi in giro , derisi o sottovalutati per le lacrime profonde verso la morte di un “non essere umano”.

Se ciò avvenisse ( sicuramente da parte di chi non ha mai avuto un animale …non potendo o non volendo immedesimarsi ), sarebbe molto stupido. Perché ?

L’animale domestico è un vero e proprio membro della famiglia,  presentando caratteristiche addirittura più sentite, costanti e non opportunistiche rispetto alla vulnerabilità dell’essere umano , data la ovvia spontaneità dell’animale, rendendolo quindi naturale serbatoio su cui far confluire tutta la parte più tenera, dolce , affettuosa di noi, che paradossalmente a volte non siamo in grado di direzionare con la stessa trasparenza comportamentale verso un parente che si aspetta e da cui ci aspettiamo ritorni, almeno affettivi, in cambio. Proprio la mancanza di aspettativa nei confronti dell’animale domestico crea , di contro, la possibilità di far emergere la “parte migliore di noi”, quella più infantile, pura , al pari della stessa, ugualmente spontanea, che manifestiamo davanti ad un bebè ( avete fatto caso che spesso il modo e la tonalità di voce con cui si parla ad un neonato è simile a quella con cui si parla all’animale domestico ma non alla persona adulta ?…. )

Proprio per questo profondo legame che si viene a creare con il tenero compagno a quattro zampe, capace di svelare -come fosse una bella magia – la parte più tenera di noi , le fasi del lutto si presentano pressoché identiche a quelle che elaboriamo per la persona, per un motivo molto semplice : siamo pieni di ricordi che hanno accompagnato la nostra vita , che si tratti di un animale e/o che riguardi un essere umano.

Certamente non stiamo comparando i due lutti, ma stiamo dando dignità e serietà al dolore provato per chi perde un amico di vita a quattro zampe che, in molti casi, è stato presente in tutte le tappe , eventi , situazioni più importanti della nostra vita, spesso attore protagonista di momenti divertenti, tristi, significativi insieme al padrone

Cosa accade , quindi, quando il nostro tenero accompagnatore di vita non si sveglierà più sul cuscinetto accanto al nostro letto ?

  • La mancanza delle abitudini , che creano rassicuranti routine per la mente, è sconfortante

La nostra mente ha bisogno di “rituali di conforto” che rassicurano la propria quotidianità .

Pensate a quanti piccoli rituali ci “costringono” i nostri mini alleati : le crocchette mattutine , la passeggiata per i bisogni, le coccole al risveglio, l’hotel da cercare che accetta gli animaletti, …. l’improvvisa interruzione di questa quotidianità tenera , spazza via , letteralmente , un gran pezzo della routine, della nostra capacità di esternare tenerezza, che per forza bisogna reinvestire per non sentire un vuoto reale

  • Senso di colpa sentito per svariati motivi.

Nel caso in cui il padrone abbia dovuto ricorrere alla soppressione per malattia dell’animaletto, il prima possibile andrebbe fatto ragionare circa l’inevitabilità dell’azione, discolpandosi di fronte ad un vissuto emozionale “rigido” che potrebbe sfociare in momenti depressivi. Lo stesso nel caso in cui il cane/gatto abbia subìto un incidente, di cui il padrone si sentirebbe responsabile vista la non totale autonomia dell’animale.

Anche quando il decesso avviene naturalmente , al pari di ciò che accade con un parente e/o un amico,  ci si interroga “severamente” sul rapporto in vita:  lo avrò fatto stare bene? Avrò passato abbastanza tempo insieme? … Si fa il possibile in vita! La risposta è la stessa

Le fasi del lutto sono, quindi, proprio le identiche necessarie anche tra esseri umani:

  • Negazione : non ci si vuole rendere conto che la mancanza è reale , si ha bisogno di fare per l’animaletto tutto ciò che veniva agitò prima: si lascia la ciotolina esattamente in quel posto, non si butta via il sacchetto delle crocchette….
  • Rabbia: si fanno i paragoni per età e salute con altri cani/gatti interpretati ancora “ingiustamente” vivi, soffrendo per la mancanza, per la malattia inguaribile e/o non riconosciuta per tempo…
  • Rimpianto: in relazione soprattutto al futuro, per tutto ciò che ancora padrone ed animale avrebbero potuto fare insieme….o non sia stato fatto quando si sarebbe potuto compiere
  • Depressione : è questa la fase della “presa di coscienza della mancanza”, quella in cui si realizza la mancanza e la si sente, esattamente come accade per un essere umano. Anche in tal caso ci vorrà molto tempo per potersi immaginare senza più la presenza reale dell’altro
  • Accettazione: è il momento in cui si riesce ad usare la parola “morto” parlando dell’amico a quattro zampe mancato, come vale per la persona . Si accetta l’idea del passaggio dal “prima al dopo” , si impara a vivere il ricordo come continuità nella nostra vita del defuntocostruendo poco alla volta un percorso verso una possibile serenità.

 

È importante , durante l’elaborazione del lutto per un animale, pensare , per chi ci crede anche in relazione agli esseri umani, che esista anche un “paradiso degli animali” , soprattutto se in casa ci sono bambini, se pensiamo che la nostra anima continuerà a vivere altrove, perché così non dovrebbe essere per il nostro Fido così capace di dare tanto amore gratuito?

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